Su Maimulu Ogliastrino

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“Su Maimulu” rappresenta la maschera dell’antico carnevale di Ulassai, che ha inizio ogni anno il 20 gennaio, la sera di San Sebastiano. Il termine “Maimulu” altro non è che una variante di “Maimone”, ovvero il dio Dioniso, ed è pertanto legata, come le maschere barbaricine, ai riti di morte e rinascita.

Ad Ulassai però, la tradizione de “su Maimulu”, è stata conservata solo in parte rispetto ai secoli passati, infatti molte dinamiche sono andate perse. Caratteristiche principali sono: la personificazione della madre del carnevale detta “sa Istragula”, la personificazione vivente del carnevale “su Maimulu”, i pastori con i lacci detti “assogadoris”, il simbolo della malvagità “s’Ursu aresti”, ovvero un uomo trattenuto con una catena, “sa Martinicca”, ossia la donna scimmia ed infine “Martisberri”, il fantoccio.
La sfilata viene aperta da una figura chiamata “su Quadderi” che, a cavalcioni su un bastone con una testa di cavallo all’apice, annuncia il passaggio del corteo delle maschere. A seguire le coppie di dame e cavalieri con abiti sfarzosi, scortati da “is istravaccius” ovvero i servi; poi venivano “is filadoris”, con in mano gli antichi strumenti per filare la lana, “is bandidoris” che creavano frastuoni con mestoli e coperchi, “su dottori”, ovvero il medico che solitamente è intento ad importunare le giovani donne. “S’Ursu aresti” che simboleggia il male, viene avvolto in pelli di animali e scortato da “is peddicciones”, mentre a “sa Martinicca” invece, spetta il compito di chiedere la questua in onore de “su Maimulu”. Il giorno di martedì grasso il fantoccio viene bruciato in piazza e così termina il carnevale di Ulassai.

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